Il progetto Fatevobees®

 

In alcune interviste, Pino Fattori, ideatore a anima del progetto, racconta Fatevobees®.



Agosto 2020

Abbiamo parlato del nostro progetto in una intervista rilasciata a Radio News 24.

 
21 maggio 2020

Articolo tratto dall'inserto Cibo del Corriere di Romagna

LIBERE API IN LIBERI PRATI BIODIVERSI
Il miele in favo di Fatevobees
di Laura Giorgi


Bertinoro
Le case delle api di Pino Fattori non si muovono. Sono specie di “villette sospese”, a distanza dal terreno umido, che le api stesse “arrederanno” come vogliono dando lor stesse forma ai favi, e che non subiranno sopraelevazioni quando lo spazio interno sarà tutto occupato, per forzare più produzione. Perchè si sa che finché c'è da lavorare le api si danno da fare, ed è proprio questa attitudine che l'uomo ha imparato a sfruttare allevandole, altrimenti anche loro sono ben liete di “svagarsi” di fiore in fiore, contribuendo comunque sempre ad un altro prezioso compito: salvaguardare la biodiversità con un servizio costante di impollinazione. “Le api devono tornare a fare le api, e siamo noi che dobbiamo adattarci a loro, io la vedo così e ho cominciato a vivere con loro mosso da questo pensiero”. Pino Fattori non inserisce melari nelle sue arnie “africane”, le famose Kenya Top Bar (costruite in legno di abete da un falegname di Cesenatico su disegno dello stesso Pino) che simulano l'incavo di un tronco dove naturalmente le api costruirebbero casa per la loro famiglia. Alla sommità vengono appoggiati solo dei listelli a cui i laboriosi insetti attaccano la prima cera e di celletta in celletta costruiscono l'alveare. Pino raccoglie il miele una volta all'anno soltanto, a settembre, togliendo all'alveare solo quello che eccede. E le api sembrano ringraziare con una particolare docilità, tanto che si lasciano accarezzare dall'apicoltore che le conosce bene, mentre volano da un fiore all'altro di facelia a pochi metri dalla loro casetta. Pino non smiela neanche i favi al momento della raccolta, li taglia a freddo e confeziona i suoi vasetti di miele e cera, così la memoria va ai pescatori di Fabrizio De Andrè a quel poetico “mastica e sputa, da una parte il miele... mastica e sputa, dall'altra parte la cera”. Perché sì, anche a Pino piace Faber. “Ho cominciato quattro anni fa portando le api in questo posto che sembra pensato apposta per loro. Il merito è di mio suocero che intorno alla sua casa natale in vent'anni di lavoro ha piantato e seminato e lasciato crescere di tutto. Le api cominciano a raccogliere a febbraio quando fiorisce il nocciolo fino a ottobre con l'edera”.


 

Biodiversità
Ma in questo podere a S. Maria Nuova di Bertinoro ci sono anche il mandorlo, il ciliegio, il melograno appoggiato alla parete di casa, le tamerici, il pioppo, vera cassaforte di profumatissimo propoli, il salice ricco di polline, poi i fiori di facelia piantati in un piccolo filare, il sambuco, l'ulivo, l'acacia, l'erba medica, la calendula, il rosmarino e le altre piante aromatiche nell'orto, altri alberi da frutto e i tanti fiori spontanei dell'ampia fetta di prato stabile, lasciato libero di regalare alle api quello che il vento, gli uccelli e il caso seminano in quella terra. Insomma libere api in liberi prati e frutteti, e infatti il suo progetto si chiama significativamente Fatevobees... e il suo miele lo definisce “poliflorale”. Decine e decine di piante e relativi fiori diversi che nelle intenzioni di Pino Fattori verranno stabilmente condotte in modo simbiotico. Da tempo è in contatto con il biodistretto della Valbidente che applica già la fertilizzazione naturale simbiotica dei terreni per foraggio, orticole, cereali, “micorizzando” i terreni, fertilizzandoli cioè con un mix di lieviti e funghi microscopici che fortificano naturalmente le piante. “Stiamo lavorando per promuovere l'apicoltura simbiotica, per preservare e nutrire il nostro microbiota intestinale, la cui ricchezza e salute sono alla base del nostro benessere – conferma Pino Fattori, e lo dice anche il sito del suo progetto -. Il processo però è lungo e non vogliamo vendere la pelle dell'orso anzitempo”. Il suo miele è semplicemente, in ogni caso, come le api lo hanno fatto “Lo definiamo crudo e integrale, oltre che affinato in arnia, In sostanza le api ci hanno lavorato e camminato sopra un anno, c'è tutto quello che loro ci hanno messo, propoli e polline compresi, che noi non raccogliamo per la vendita e lasciamo a loro. Il vantaggio di lasciarle lavorare così è che il prodotto è migliore per noi, ma anche la loro vita e la loro salute è migliore, infatti i test della varroa e per le malattie che in genere attaccano le api danno sempre risultati di molto inferiori alla media”. Più che apicoltore Pino Fattori si definisce quindi raccoglitore di miele. Con 26 arnie condotti con questo sistema a basso impatto sull'ambiente circostante e sulla vita delle piccole operaie, il raccolto è davvero minimo, pochi chili ad alveare che per il momento viene venduto direttamente online sul sito www.fatevobees.com o in alcune botteghe di qualità ad esempio a Faenza. Per assaggiarlo fresco occorrerà aspettare pazientemente settembre.


© Corriere di Romagna
 
20 maggio 2020

Pino Fattori racconta il nostro approccio all'apicoltura a Laura Giorgi del Corriere di Romagna in occasione della Giornata Mondiale delle Api 2020.

Qui l'intervista pubblicata sul canale Youtube di Cibo.

 
25 agosto 2019

Pino Fattori intervistato da Silvia
di Vitamina Bee.

Qui l'intervista pubblicata sul canale YouTube di Vitamina Bee.

 
13 settembre 2019

Pino Fattori intervistato da Annalisa Calandrini di AmarsiCucinandoSano, naturopata e foodblogger.

 
 
 
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